
Antabus di Seray Sahiner
A volte ci sono realtà che sono talmente distanti dalla nostra (non solo in senso geografico) che ci risulta difficile riuscire a immaginarle. L’autrice, impegnata in prima linea per i diritti umani in Turchia, con questo libro ci apre gli occhi sulla condizione delle donne in un paese fortemente maschilista. Attraverso un flusso di pensieri, Leyla, la giovane protagonista, racconta la sua esistenza di donna abituata a subire violenze e abusi da parte di tutti gli uomini che la circondano, sia in famiglia che al di fuori, perché “quando mai esiste un uomo che aiuti una donna senza esigere qualcosa in cambio?”. Data in sposa (sarebbe più corretto dire venduta) a un uomo molto più vecchio di lei, uso a ubriacarsi, tenta di sopravvivere alle violenze ripetute, dalle quali cerca di proteggersi creando mentalmente una barriera di indifferenza e spersonalizzando talmente il marito da non chiamarlo per nome ma “tizio”. In una società in cui non trova aiuto né da parte della madre né da parte dei vicini, la donna, in un altalenarsi di depressione e prese di coscienza, cerca vie di uscita per sopravvivere e far sopravvivere le proprie figlie.
“Quel che mi è capitato doveva servirmi da lezione. Era un po’ avanti con gli anni, ma quest’uomo così misericordioso era pronto a prendermi con sé pur conoscendo il mio difetto. La benevolenza del lupo è tenere l’agnello tra le fauci, certo…”
Mi è piaciuto molto.
Azzeccata la scelta della scrittrice di raccontare in prima persona ed in una forma molto intima, dando l’impressione che il libro sia la semplice trascrizione dei processi mentali della protagonista.È una storia dura, narrata molto bene. Un libro che non abbandona il lettore nemmeno dopo averlo terminato.
Voto 5/5
Titolo Antabus

