
Kentuki di Samanta Schweblin
I kentuki sono peluche elettronici dotati di telecamere inserite negli occhi e piccole rotelle che permettono loro di muoversi. Una volta attivati stabiliscono una connessione internet con un computer qualsiasi, il cui proprietario abbia acquistato una licenza. Si può quindi scegliere di diventare “padrone” di un panda, topo, coniglio, corvo o drago ed essere osservato, spiato e giudicato da un estraneo a cui ci si può rivolgere senza però ricevere risposta, oppure “guidare” un kentuki, non avendo la possibilità decidere che animale essere, ed entrare a far parte della vita di uno sconosciuto con cui non si può comunicare e di cui non si possono scegliere le caratteristiche.
Come tutte le novità tecnologiche, poco dopo la messa sul mercato, i kentuki vanno a ruba, senza che le persone comprendano appieno le implicazioni e le conseguenze di queste intrusioni/esposizioni mediatiche. E allora può capitare di essere un’anziana casalinga ed osservare la vita quotidiana di una disinibita ragazza, o che un padre separato, forzato dalla ex moglie ad acquistarne al figlio, faccia del kentuki la sua unica compagnia e inneschi con lui un rapporto pericoloso, oppure di essere un “guidatore” e trovarsi impotente ad assistere ad un crimine, o ancora di poter godere attraverso il kentuki della libertà che è impossibile nella realtà o essere maltrattato, umiliato e abusato.
“In quel momento pensò che il corvo avrebbe becchettato liberamente nella sua intimità, l’avrebbe vista dalla testa ai piedi, avrebbe imparato a memoria il suo tono di voce, i suoi vestiti, i suoi orari, avrebbe avuto la possibilità di girare indisturbato per la camera e la sera avrebbe conosciuto anche Sven. A lei invece toccava chiedere. Il kentuki poteva non risponderle, o poteva mentirle. Dire che era una collegiale filippina ed essere un petroliere iraniano. Poteva, per una coincidenza del tutto improbabile, essere qualcuno che conosceva e non rivelarglielo mai.”
Mi è piaciuto.
Attraverso un racconto disturbante e a volte inquietante, l’autrice punta il dito verso l’abuso della tecnologia e la conseguente alienazione dalla realtà. Costruito attraverso storie che si alternano e a volte addirittura si intersecano, si avvale di una scrittura scorrevole e semplice. Dopo le prime pagine di forte impatto, il ritmo rallenta nella parte centrale per tornare di nuovo coinvolgente nel finale. Una lettura interessante anche se non memorabile.
Voto: 3/5
Titolo Kentuki
Autore Samanta Schweblin
Editore SUR, 2019
Numero pagine 230
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