Narrativa italiana

La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli

Fino ai vent’anni la vita di Daniele è scivolata sui soliti binari: la famiglia, gli amici, la scuola. Ma l’incontro con le droghe ha scatenato il malessere che era latente dentro di lui. Maniaco depressivo, borderline, disturbo della personalità, sindrome d’ansia generalizzata, fobia sociale questi sono i nomi attribuiti al suo probelma dai medici che via via l’hanno visitato. In realtà il suo sguardo fin troppo attento sul mondo, l’incapacità di accettare di vivere la vita come un semplice susseguirsi di passi obbligati, lo hanno costretto in vortice in  “caduta libera”. 

Il passaggio alla “droga” meno costosa che ci sia, l’alcool, rende ancora più facile per Daniele raggiungere lo stordimento che anestetizza il pensiero. Quel pensiero che non gli permette di accontentarsi delle piccole cose senza cercare di trovare a tutti i costi un senso alla vita, una spiegazione alla sofferenza, una giustificazione alla morte. E quindi ogni giorno si ubriaca sempre di più costringendo i suoi genitori ad assistere impotenti alla sua autodistruzione. Per accontentare loro Daniele chiede aiuto ad un amico e viene assunto presso la cooperativa di servizi che si occupa delle pulizie dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù.

Il primo giorno di lavoro, Daniele viene attirato dalla luce proveniente da una casetta nei giardini dell’ospedale. L’interno è composto da una sola stanza tappezzata di rosso. Al centro è posta una bara bianca. All’interno è sdraiata una bambina. No non è sdraiata. E’ morta. All’impatto con tanto dolore Daniele ha la forte tentazione di rinunciare al lavoro e continuare a stordirsi con l’alcool. Come è possibile accettare che esista al mondo tanta sofferenza e tanta ingiustizia? Qual è lo scopo di vivere di fronte a tanta insensatezza? Ma forse solo arrendendosi a quel dolore Daniele può trovare le risposte che cerca.

“Vorrei dirgli che non c’è nulla di normale nella morte di un bambino. L’infanzia è quella terra da portare in dote negli anni a seguire, è quel poco di gioia che tocca vivere a noi umani, non il luogo in cui finire la propria vita.”

Mi è piaciuto

perché la scrittura di Mencarelli è poetica e toccante e la sua narrazione riesce da essere apparentemente leggera e scorrevole nonostante le tematiche che affronta siano dolorose e complesse. Nei suoi romanzi si avverte chiaramente come l’autore si apra completamente dando voce con estrema sincerità a tutte le proprie fragilità.

Voto: 5/5


Titolo La casa degli sguardi

Autore Daniele Mencarelli

Paese Italia

Editore Mondadori, 2018

Numero pagine 219

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