Narrativa italiana

La felicità del lupo di Paolo Cognetti

Quarant’anni, un lavoro da scrittore che non decolla e la fine di una lunga relazione alle spalle. Fausto si trasferisce a Fontana Fredda alla ricerca di un posto da cui ricominciare. Iniziata come un breve soggiorno nei mesi autunnali, la sua permanenza si protrae quando accetta di fare il cuoco nell’unico ristorante del paese.

Ora la vita di Fausto si snoda in un luogo dove i rapporti umani hanno un valore e la natura è tutt’uno con l’uomo. Qui piano piano recide i legami con il passato e incontra nuovamente l’amore con Silvia, una ragazza che sa di stufa, prati secchi e gelati.

Ad animare Fontana Fredda, che d’inverno accoglie sciatori e appassionati, ci sono anche Babette arrivata dalla città molti anni prima con l’intenzione di restare solo un’estate e che poi non se ne è più andata, e Santorso, burbero montanaro che ama la montagna e non si stanca di ammirarla.

“Il lupo alzò il muso al vento, aspettò che girasse di nuovo e gli portasse altre notizie da laggiù, e ne ebbe conferma: l’odore dell’uomo era ormai la coda di un odore, la traccia di qualcuno che è passato e che non è più lì.”

Mi è piaciuto

perché è un bel romanzo corale che riesce a far immergere il lettore nel paesaggio innevato di Fontana Fredda e a far comprendere sino in fondo i pensieri e i sentimenti dei personaggi.

Voto: 4/5


Titolo La felicità del lupo

Autore Paolo Cognetti

Paese Italia

Editore Einaudi

Numero pagine 152

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