
Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone
Estate 1965. Sul prato di Villa Borghese viene ritrovata una bambina di otto mesi. Gioca e gorgheggia su una coperta stesa sul prato. Nessuno accanto a lei.
Una lettera, inviata a un quotidiano locale, svelerà nei giorni seguenti la sua identità. Un testamento pubblico dei suoi genitori nell’intento di spiegare il motivo dell’abbandono. Non si tratta di un testo scritto di getto, bensì di un messaggio ponderato che, in poche scarne righe, consegna la tragicità della loro vita.
Pochi giorni dopo due corpi riaffiorano dal Tevere. Sono quelli di Lucia e Giuseppe, la mamma e il papà di Maria Grazia.
“L’amore di Lucia per me, a me in persona sicuramente e semplicemente destinato, sta nel non avermi portato con sé nella morte, sta nel dove non mi ha portata e nel suo avermi riconsegnata alla vita.”
Mi è piaciuto
perché è la spietata ricostruzione dei fatti e, soprattutto, degli antefatti, di ciò che è accaduto prima e che ha condotto al tragico abbandono. Candidato al Premio Strega 2023, è un romanzo struggente e la disperata ricerca di dare un senso a un gesto inaccettabile con pagine intrise di tristezza e amore.
Voto: 5/5
Titolo Dove non mi hai portata
Autore Maria Grazie Calandrone
Paese Italia
Editore Einaudi, 2022
Numero pagine 241
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