
Fame d’aria di Daniele Mencarelli
Il viaggio di Pietro Borzacchi verso Marina di Ginosa dove deve incontrarsi con la moglie, si interrompe bruscamente nei pressi di Sant’Anna del Sannio, un piccolo paese dove il tempo scorre lento e tutti si conoscono. Quando la sua auto si ferma all’improvviso per un guasto e Oliviero, meccanico del paese, si offre di riparargliela, è costretto a fermarsi in quel luogo dimenticato dagli uomini e da Dio.
Pietro non viaggia da solo. Con lui c’è suo figlio Jacopo affetto da una forma grave di autismo. Non parla, non sa fare nulla, compie gesti meccanici. E’ un corpo vuoto e dondolante.
Obbligato a intrattenere rapporti con le persone di Sant’Anna del Sannio, giorno dopo giorno Pietro diventa scostante e insofferente. Lui non sopporta che la gente faccia domande e non ha nessuna voglia di spiegare il come, il cosa e il perché.
“L’unica cosa che mi viene in mente quando lo guardo è: perché a me? Cosa ho fatto di male? In questa vita non ho mai fatto male a nessuno. Magari in qualcuna delle precedenti. O future. Non lo so. Ma perché a me?”
Mi è piaciuto
perché è un romanzo che lascia senza fiato e che con una lucidità spietata parla del rapporto genitoriale e della malattia. Un protagonista rabbioso che non suscita simpatia, ma che alla fine si arriva a comprendere.
Voto: 5/5
Titolo Fame d’aria
Autore Daniele Mencarelli
Paese Italia
Editore Mondadori, 2022
Numero pagine 170
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