
Le assaggiatrici di Rosella Postorino
Nel 2014 Margot Wolk, un’anziana donna tedesca, esce allo scoperto e racconta la sua esperienza come assaggiatrice del Fuhrer. Nei suoi deliri di onnipotenza Hitler, temendo per la propria vita, riunì un gruppo di giovani donne con il compito di mangiare quelli che sarebbero stati i suoi pasti e fungere da cartine tornasole per eventuali avvelenamenti. L’autrice, prendendo spunto dalla notizia, scrive questo romanzo immedesimandosi in Rosa, una di queste donne, e racconta il difficile sentimento di rassegnazione che permea la sua esistenza: costretta a mangiare cibo che a volte non gradisce, studiando le compagne per cogliere cenni di malessere, usata come cavia da chi ritiene la vita altrui un prezzo accettabile in cambio della propria, attende il ritorno dal fronte del marito, arruolatosi poco dopo il matrimonio. L’obiettivo in tempo di guerra è sopravvivere, non solo per chi è al fronte ma anche per chi è costretto a fare la sua parte in patria, d’accordo o meno con l’ideologia politica imperante. L’istinto alla sopravvivenza è il grande protagonista di questo romanzo, istinto che Rosa a volte asseconda e a volte tenta di rinnegare: istinto che marchia talmente la sua vita, da imprigionarla in un profondo senso di colpa e impedendole di riprendere a vivere anche una volta finita la guerra.
“Perché, da tempo, mi trovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento è la maggiore risorsa degli esseri umani, ma più mi adattavo meno mi sentivo umana.”
Mi è piaciuto,
nonostante abbia trovato in alcuni punti la narrazione un po’ troppo autocompiacente. Il periodo storico è ben descritto così come la dicotomia che contraddistingue i protagonisti. Il romanzo racconta le atrocità naziste da un punto di vista particolare, quello di un’inconsueta sopravvissuta. Ho trovato poco credibile l’amore tra Rose e Albert, avrei ritenuto più reale se la relazione fosse stata vissuta come necessità di sentirsi viva, all’interno di una quotidianità trascorsa gomito a gomito con l’imminente rischio di morte.
Voto 4/5
Titolo Le assaggiatrici


4 commenti
Evita
Io ho letto il libro in un fiato proprio perché avevo l’esigenza di sapere cosa sarebbe accaduto a Rose: Sarebbe stata avvelenata? Avrebbe avuto un figlio? Sarebbe riuscita a scappare?? E infine avrebbe visto Hitler?
Per quanto riguarda la storia d’amore, l’ho vissuta con molta fatica e condivido sul fatto, che forse, poteva essere vista anche come il disperato bisogno di esserci per qualcuno!
Renata
Sicuramente un bel libro. Diciamo che la storia d’amore forse era superflua…
Daniela
Che bel libro! L’ho letto d’un fiato! Storia drammatica con qualche sprazzo di leggerezza. La guerra vissuta “dall’altra parte”, anche in Germania ci sono state vittime del delirio di un folle. Grazie per avermi fatto scoprire questa storia!
Renata
Sono contenta sia piaciuto anche a te! La guerra è sempre brutta da qualsiasi parte si stia…