Narrativa italiana

Almarina di Valeria Parrella

Elisabetta Maiorano è una donna sola. Rimasta vedova precocemente non ha nemmeno la consolazione dei figli perché non ne sono arrivati. L’unica cosa che le rimane è il suo lavoro di insegnante di matematica nel carcere minorile di Nisida. Il carcere è il luogo di ritrovo di tante solitudini, in mezzo alle quali la sua le appare meno gravosa.

Un giorno in classe arriva Almarina, una giovane ragazza che poco più che bambina ha già alle spalle un vissuto di violenza e dolore. La dolcezza e la semplicità della ragazza non lasciano indifferente Elisabetta, che si interroga sul destino di Almarina una volta lasciato il carcere, e risveglia in lei il desiderio di maternità mai sopito.

L’incontro delle due solitudini ne determina la loro fine, perché non è di certo il solo momento del parto che crea il legame tra una madre ed una figlia, e perchè a volte i figli non si hanno ma si scelgono.

Intanto le ragazze entrano parlottando, mi salutano senza vedermi, invece Almarina mi sorride,e spalanca bene gli occhi. È in attesa di vedere cosa capita adesso. Crede che io potrò darle il senso di cui ha bisogno, o lo credo io, che in una relazione è la stessa cosa.”

Mi è piaciuto.

Un racconto intenso in cui maternità, lutto, crudeltà, amore, vita, morte, prigionia, libertà, impotenza, energia, appaiono e scompaiono come le onde che si infrangono sulla spiaggia. E come le onde mutano rimanendo se stesse. Un romanzo che racconta di un’umanità dolente con una scrittura delicata ed emozionante e che in alcuni tratti mi è sembrata volutamente ostica. Una lettura che non lascia indifferenti…

Voto: 4/5


Titolo Almarina

Autore Valeria Perrella

Paese Italia

Editore Einaudi, 2019

Pagine 123

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