
Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio
Quando il 30 gennaio 2011 Irina Lucidi ha ricevuto la telefonata del marito Mathias Schepp che le annunciava di tenere con sé ancora una notte le figlie di sei anni, promettendo di accompagnarle direttamente a scuola la mattina successiva, non ci ha trovato nulla di strano. I due avevano in corso una separazione, complicata come lo sono la maggior parte delle separazioni, ma di certo civile e non litigiosa: Alessia e Livia avevano appena trascorso delle lunghe vacanze natalizie ai Caraibi con il padre e lei vi aveva acconsentito volentieri sapendo quanto le due bambine amassero il mare. Quello che Irina non avrebbe mai potuto immaginare era che quella telefonata sarebbe stata l’ultimo contatto con il marito e che, non solo non avrebbe mai più rivisto le sue figlie, ma anche non ne avrebbe mai più saputo il destino.
Quando Irina si reca a sporgere denuncia per la scomparsa del marito e delle figlie si scontra con l’incompetenza e il sessismo della gendarmeria svizzera che causano la partenza in ritardo delle ricerche. La famiglia, gli amici del marito e persino la babysitter di Alessia e Livia, non danno alcun contributo alle ricerche. La psicologa di Mathias si rifiuta di rivelare alcunché della personalità dell’uomo, salvo poi recapitare a Irina le fatture inevase per le sedute del marito. Di fatto tutto contribuisce a rendere le ricerche ancora più in concludenti. Cinque giorni dopo la scomparsa Mathias, raggiunge la Puglia, parcheggia l’auto vicino alla stazione di Cerignola e si getta sotto un treno. Delle bambine Irina non avrà mai più alcuna notizia certa.
Attraverso appunti e lettere che Irina scrive a familiari e amici, ma anche all’insegnante delle figlie, al giudice incaricata delle indagini e alla terapista del marito, l’autrice dà voce alla moglie che cercava di prendere le distanze dal marito psicorigido, alla figlia cresciuta con un padre manesco incapace di dimostrarle l’affetto che provava, alla madre che non si rassegna a rinunciare a quell’unica infinitesima possibilità che le figlie possano essere ancora vive e anche alla donna costretta a convivere con le proprie insanabili ferite, sentendosi continuamente in colpa per ogni attimo di inattesa felicità.
“L’assenza mi ha dato assedio, come fanno gli eserciti con le fortezze. Mi sparava le sue frecce e le sue palle di cannone, aspettava la notte, profittava della mia debolezza e la cercava per vincermi. Mi ha logorata nell’attesa, perché sa, giudice, l’attesa delle persone amate non è una pausa: è un lavoro incessante, una fatica mostruosa, una lotta contro i peggiori pensieri. È uno spazio che si riempie di mostri e ti sorprende alle spalle. Gli anni passano, i minuti no.”
Mi è piaciuto
Un racconto toccante e coinvolgente, volto non tanto ad analizzare i fatti quanto a far comprendere le emozioni e i sentimenti di una madre distrutta ma sopravvissuta: una donna che non dimentica le proprie ferite ma che, accettandole, ne risulta rinforzata, esattamente come accade con il vasellame riparato con la tecnica giapponese del kintsugi.
Voto: 5/5
Titolo Mi sa che fuori è primavera
Autore Concita De Gregorio
Paese Italia
Editore Feltrinelli, 2015
Numero pagine 122
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