
Le transizioni di Pajtim Statovci
A quattordici anni Bujar si trova improvvisamente adulto. Adulto e solo. Dopo la morte del padre la madre si è ritirata sempre più in se stessa diventando irraggiungibile. Quando un giorno la sorella sparisce improvvisamente Bujar è obbligato a doversi arrangiare per sopravvivere. Intorno a lui l’Albania post Hoxha devastata dalla fame e dalla violenza.
In una popolazione dalle tradizioni forti in cui è radicato il senso d’identità nazionale e in cui la discontinuità tra il sesso e l’identità di genere non è ammissibile, Bujar non riesce a trovare il proprio posto. Insieme all’amico Agim scappa di casa ma una volta terminati i soldi che Agim ha rubato al padre. l’euforia per la nuova avventura lascia spazio alla fame e alla disperazione. I due ragazzi decidono quindi di raggiungere l’Italia via mare nell’illusione di potersi creare una nuova vita.
Ma né in Italia, né in Germania, né in Spagna, né in America né in Finlandia, né nei panni di un giovane adolescente né in quelli di una affascinante ragazza, né inventandosi ogni volta un passato diverso, Bujar riesce a farsi accettare. Convinto che “posso scegliere cosa sono, posso scegliere il mio sesso, la mia nazionalità e il mio nome, il luogo di nascita, semplicemente aprendo la bocca” scopre invece che l’Albania terra dell’aquila è per lui una zavorra che lo richiama inesorabilmente verso se stesso.
“E poi arriva il peggio, quando niente è come te lo aspettavi, quando capisci di aver vissuto una menzogna, raccontandoti una storia, e ti chiedi incredulo come hai potuto pensare di volere una cosa simile, come hai fatto a piangere tante volte per questo, come hai potuto sentire così acutamente l’invidia, come lame di rasoio tra le costole, avvertendone l’odore come uno scarico di gasolio bruciato – e lo sgomento quando ti rendi conto che non ti aspettavi tutta quella pena, quando invece era la felicità che ti aspettavi; e la sensazione, quando torni a casa e spegni dietro di te tutte le luci e chiudi tutte le tende e non senti più il battito del tuo cuore, la sensazione che potresti dare via tutto per ritornare all’inizio, per rivivere l’inizio della tua storia.”
Mi è piaciuto
perché un romanzo crudo che non fa sconti a nessuno, né al protagonista né al lettore che viene continuamente messo di fronte alle proprie responsabilità morali. La storia di forte impatto è sostenuta da una scrittura potente, precisa, in alcuni tratti brutale e sempre fortemente emotiva.
Voto: 4/5
Titolo Le transizioni
Autore Pajtim Statovci
Editore Sellerio, 2020
Numero pagine 260
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